I pomodori fanno parte della tradizione italiana da più di quattro secoli. Il loro utilizzo è quasi illimitato e onnipresente nella nostra cucina. I pomodori secchi sono il punto di partenza della storia dei pomodori in Italia. Continua a leggere e scopri come è nato il pomodoro secco.
Tutto inizia dalle coste meridionali dove la popolazione rurale cercava di sopravvivere sfruttando al meglio quello che il mare e la terra avevano da offrire. Il pomodoro giungeva a maturazione in piena estate, uno dei momenti migliori dell’anno. Venivano essiccati al sole senza troppe difficoltà. Bastava raccoglierli, tagliarli e lasciarli riposare, esponendo la polpa acquosa alla luce diretta del sole.
Questo sistema veniva utilizzato per essiccare qualsiasi cosa, come i peperoni, i legumi, le patate, le cipolle. Un secondo sistema era quello di immergere il pomodoro in acqua di mare prima di disporlo al sole. Il bagno in acqua salata alterava leggermente il sapore finale, ma garantiva un’essiccazione migliore. Nel XIX secolo con l’arrivo del sale, il bagno in acqua di mare è stato sostituito dall’aggiunta di cristalli di sale sui pomodori durante il processo di essiccazione. L’essiccazione al sole era un procedimento che richiedeva diversi giorni ed enormi attenzioni.
Un’alternativa era rappresentata dall’essiccazione a carbone, già utilizzata nell’Italia centro settentrionale. Consisteva nel posizionare i pomodori, tagliati e svuotati dei semi, su una rete metallica vicino ad un braciere acceso. Questo procedimento permetteva di essiccarli rapidamente. Dopo l’essiccazione, i contadini conservavano i pomodori in un cesto di vimini e ad inizio XIX secolo anche sott’olio.
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